Quaderni dei Georgofili

La prevenzione dei danni da fauna selvatica al sistema agroforestale

Francesco Sorbetti Guerri

Accademia dei Georgofili
Pagine: 18
Collana: Quaderni dei Georgofili
Contenuto in: La riforma della PAC e la gestione della fauna selvatica

Copyright 2022 Accademia dei Georgofili

Negli ultimi decenni si è assistito in Italia a una notevole modificazione del patrimonio faunistico. Si sono molto diffuse e accresciute popolazioni di animali selvatici (specie ungulate ma non solo) in grado di arrecare notevoli danni alle produzioni agricole, al patrimonio forestale e all’ambiente in generale. Si sono generati, inoltre, processi di competizione interspecifica che hanno determinato, direttamente o indirettamente, il declino di specie selvatiche tipiche e caratterizzanti da secoli il nostro patrimonio faunistico. Il problema della limitazione dei danni arrecati da tali animali appare un argomento di particolare complessità. Alcuni strumenti tecnici possono contribuire ad attenuare i danni più visibili (principalmente danni alle produzioni agricole) ma solo un perentorio cambiamento delle norme relative alle pratiche di gestione delle popolazioni di animali selvatici, finalizzate a ristabilire gli equilibri oggi compromessi, può consentire di porre rimedio ai problemi sopra accennati. Occorre infatti porre in evidenza il grave stato di degrado ambientale che squilibri faunistici come quelli che si manifestano oggi nel nostro Paese sono in grado di provocare. Questo mette gravemente a rischio la conservazione degli ecosistemi e la salvaguardia della biodiversità. ?

Abstract

In recent decades there has been a significant change in the fauna heritage in Italy. Wild animal populations (ungulate species, but not only) have become very widespread and have caused considerable damage to agricultural production, forestry and the environment in general. Furthermore, processes of interspecific competition have been generated which have determined, directly or indirectly, the decline of typical wild species that have characterized our faunal heritage for centuries. The problem of limiting the damage caused by these animals appears to be a subject of particular complexity. Some technical instruments may help to mitigate the most visible damage (mainly damage to agricultural production) but only a peremptory change in the rules on management practices of wild animal populations, aimed at restoring balance now compromised, can help to remedy the problems mentioned above. In fact, we must highlight the serious state of environmental degradation that faunal imbalances such as those that are manifested today in our Country are able to cause. This seriously threatens the conservation of ecosystems and the preservation of biodiversity.?