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Il contributo si concentra sulla valorizzazione e salvaguardia della biodiversità e dei sistemi di pascolamento e trasformazione delle funzioni e al tempo stesso sulle valenze della pastorizia transumante. I punti principali dell’intervento si concentreranno su:– trasformazioni nella rappresentazione del pastoralismo, sua valorizzazione come patrimonio culturale inversamente proporzionale ai reali sforzi per garantirne la continuità come pratica (molte rievocazioni della transumanza a piedi e senza animali e poche policies per tutelare le pratiche di pastoralismo estensivo e per mettere in valore i servizi ecosistemici e anche di rigenerazione territoriale che esse svolgono concretamente nei territori);– le trasformazioni del pastoralismo viste dal punto di vista delle frizioni animaliste e relative al cibo “etico”: sostenibilità e insostenibilità di questo sistema di produzione, positività e welfare animale nel pastoralismo estensivo;– le trasformazioni della pastorizia e delle transumanze a fronte dei cambiamenti climatici, dei nuovi rischi ambientali particolarmente cruciale nelle tematiche e iniziative dell’IYRP (International Year for Rangelands and Pastoralism delle Nazioni Unite): riduzione del foraggio, pascoli di carta / pascoli contestati, ripensamento gestione delle terre comuni, ma anche rischi connessi alla predazione da parte di animali selvatici, gli sbilanciamenti dovuti alla delicata relazione tra protezione delle specie e tutela degli animali allevati;– le transumanze e la nozione di multifunzionalità delle aziende zootecniche, capaci di gestire attività e target diversi (ricettività, produzione di artigianato tipico e sostenibile come ad esempio quello delle lane autoctone, ancorché in aziende di piccole e piccolissime dimensioni, esplorazione e conoscenza dei territori, turismo slow ed esperienziale, fattorie didattiche); – la necessità e l’urgenza di una formazione inclusiva e rivolta ai territori e ai giovani pastori, a coloro che ritornano verso la montagna o che non l’hanno mai abbandonata (Scuole di pastorizia / SNAP, Rete APPIA come network di attori del settore);– la transumanza verticale giornaliera di greggi ovine e caprine come esempio di una tecnica di allevamento estensivo, adottata da secoli in Appennino, capace di sostenere molteplici servizi ecosistemici, fra i quali la produzione di latte e formaggi di elevata qualità organolettica e nutraceutica, i sistemi di paesaggio ecotonale a rischio di perdita a causa dell’avanzata degli arbusti e del bosco, la biodiversità floristica e faunistica degli ambienti pascolivi, lo stoccaggio di carbonio nel suolo, la salvaguardia delle razze autoctone, la cultura pastorale, ecc.).
Pastoralism And Transhumances: Transformations of A Bio-Cultural Heritage. The contribution focuses on safeguard and valorization of biodiversity and grazing systems as well as on transformation of functions of such a practice and its values. The main points of the contribution will focus on:– transformations in the representation of pastoralism, its heritagization process as a cultural heritage inversely proportional to the real efforts to guarantee its continuity as a practice (many re-enactments of transhumance on foot and without animals and few policies to protect the practices of extensive pastoralism and to enhance the services ecosystems and also of territorial regeneration that they concretely carry out in the territories);– the transformations of pastoralism seen from the point of view of animalist frictions and related to ‘ethical’ food: sustainability and unsustainability of this system of production, positivity and animal welfare in extensive pastoralism;– the transformations of pastoralism and transhumance in the face of climate change, new environmental risks particularly crucial in the themes and initiatives of the IYRP (International Year for Rangelands and Pastoralism of the United Nations): reduction of forage, paper pastures / contested pastures, rethinking management of common lands, but also risks associated with predation by wild animals, imbalances due to the delicate relationship between protection of species and protection of farmed animals;– transhumance and the notion of multifunctionality of livestock farms, capable of managing different activities and targets (hospitality, production of typical and sustainable crafts such as that of native wool, albeit in small and very small farms, exploration and knowledge of the territories, slow and experiential tourism, educational farms);– the need and urgency of an inclusive training aimed at territories and young shepherds, for those who return to the mountains or who have never abandoned it (Pastoralist schools / SNAP, APPIA Network as a network of actors in the sector);– the daily vertical transhumance of sheep and goats as an example of an extensive farming technique, adopted for centuries in the Apennines, capable of supporting multiple ecosystem services, including the production of milk and cheeses of high organoleptic and nutraceutical quality, ecotonal landscape at risk of loss due to the advance of shrubs and woods, the flora and fauna biodiversity of the grazing environments, the storage of carbon in the soil, the protection of native breeds, pastoral culture, etc.).