Atti dei Georgofili

Economia e mercato del cacao e cioccolata

Fabio Maria Santucci

Pagine: 20
Contenuto in: Atti dei Georgofili 2018

Copyright 2018 Accademia dei Georgofili

Il mercato del cacao è un caso estremo di struttura a clessidra, con da un lato circa 5 milioni di piccoli coltivatori, in paesi in via di sviluppo, e dall’altro miliardi di consumatori finali. In mezzo, pochissimi enormi trader e trasformatori, che fanno sia semilavorati che prodotti finiti, spesso commercializzati sotto più marchi, accompagnati da migliaia di piccoli trader, processor, e produttori di grocery. La ICCO – Organizzazione Internazionale del Cacao dovrebbe favorire il dialogo tra le parti. Otto paesi su 61 rappresentano il 90% della produzione mondiale. Spiccano la Costa d’Avorio, l’Indonesia e il Ghana. Due i mercati di riferimento: Londra e New York. Sei processor, in Europa e USA, controllano il 70-75% della lavorazione. 10 brand occupano il 70% circa del mercato finale. La Direttiva 2000/36/CE permette l’uso di grassi diversi dal burro di cacao per produrre cioccolata. La perdita dei produttori di cacao è incalcolabile. I consumi mondali valgono circa 130 miliardi di dollari, con in testa la Svizzera (8,8 kg), In Italia circa 3.8-4 kg a testa. Modestissimo il consumo cinese (100 g), ma si prevede una enorme crescita. In Europa e USA, si prevede l’espansione dei prodotti di qualità, monovarietali, con indicazioni geografiche, biologico e fair trade. La sostenibilità del settore è stata enfatizzata nella quarta Conferenza Mondiale del Cacao (Berlino 2018): miglioramento tecnico (rese più alte e stabili), minor impatto ambientale (meno deforestazione, agro-forestry), eliminazione del lavoro minorile, migliore organizzazione dei produttori, maggiore acquisizione di valore. Le stesse multinazionali giocano oramai la carta della Corporate Social Responsibility.

Abstract

Economic and market aspects of cocoa and chocolate. Cocoa market is an extreme example of an hourglass structure. On one side there are about 5 million small producers, in developing countries, and on the other side stay billions of final consumers. In between, very few giant traders and processors, producing both semi-finished and finished goods, often marketed with several trademarks, accompanied by thousands of small traders, processors, and grocery producers. The Cocoa International Organization – ICCO, should favour the dialogue among stakeholders. Eight countries out of 61 represent 90% of the global cocoa output. Ivory Coast and Ghana are the biggest ones. Two main markets: London and New York. Six processors, in Europe and USA, control 70-75% of processing. 10 brands cover about 70% of the final market. Directive 2000/36/CE allows the use of fats other than cocoa butter, to produce chocolate. The economic loss of the cocoa growers is incalculable- The world consumption of chocolate products was about USD 130 billion, with Switzerland first (8.8 kg). Individual consumption in Italy is about 3.8 – 4 kg. Very low the Chinese intake (100 g), but a huge growth is predicted. In Europe and USA, forecasts point at quality products, single variety, geographical indications, organic and fair trade. The sustainability of the sector has been emphasized during the 4th World Cocoa Conference (Berlin 2018): technical improvements (higher and more stable yields), less environmental impacts (less deforestation, agro-forestry), elimination of child labour, better organization of the producers, more added value in the producing countries. Also, the cross-national firms nowadays have adopted Corporate Social Responsibility practices.